Nei padiglioni di Fieramilano la pista di pattinaggio per Milano Cortina 2026
Fondazione Fiera Milano ospiterà gare olimpiche e il main media center di Milano Cortina 2026, investendo 25 milioni senza fondi pubblici. Gli interventi, permanenti, lasceranno spazi moderni per eventi, congressi e sport, rafforzando l’attrattività internazionale del polo
Fondazione Fiera Milano, che si è resa disponibile a ospitare nelle proprie strutture alcune delle gare olimpiche e il main media center della manifestazione, ha messo in campo, come previsto nel piano triennale 2025- 2027, un investimento complessivo di 25 milioni di euro integralmente sostenuti senza oneri pubblici per extra costi.
Gli interventi che Fondazione Fiera Milano sta realizzando hanno carattere permanente e lasceranno in eredità al territorio nuovi spazi che resteranno come legacy per l’organizzazione di altri eventi, dai grandi congressi, ai concerti, alle competizioni sportive.
L’operazione creerà i presupposti per nuove opportunità di sviluppo di business per il Gruppo Fiera Milano, grazie alla diversificazione dell’uso dei quartieri fieristici e congressuali, rendendoli ancora più competitivi e attrattivi a livello internazionale, e permettendo un rafforzamento dell’area legata all’entertainment.
Interventi sulle strutture nei padiglioni 13 e 15
Rendering dell’intervento: la pista di pattinaggio di Speed Skating-à
Gli interventi sulle strutture del quartiere di Fieramilano a Rho hanno interessato i padiglioni 13 e 15 per le gare di speed skating, i padiglioni 22 e 24 per le gare di hockey e la struttura congressuale di Allianz MiCo.
L’intervento di adeguamento dei padiglioni 13 e 15 di Fieramilano a Rho, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2026, permetterà di ospitare la pista di pattinaggio di speed skating su ghiaccio.
I lavori hanno riguardato, all’interno dei due padiglioni tra loro adiacenti, la creazione di un unico spazio libero, per un totale di 35 mila metri quadrati di superficie coperta (corrispondenti a circa cinque campi da calcio).
Il progetto ha quindi previsto il taglio di dodici pilastri interni, l’inserimento di quattro nuove strutture a portale reticolare in acciaio a sostegno dell’attuale copertura, la rimozione della parete divisoria tagliafuoco i due padiglioni adiacenti e la creazione di un tunnel pedonale interrato per il passaggio degli atleti all’interno del ring.
Fondazione Milano Cortina ha ricevuto in consegna la struttura così trasformata lo scorso 1° agosto come da programma e, in questi spazi, ha già avviato la realizzazione della pista di pattinaggio di velocità avente una lunghezza di 400 metri, una tribuna da circa 6.500 posti a sedere con visibilità totale del circuito, oltre a una pista di allenamento, degli spogliatoi e delle ulteriori strutture necessarie all’organizzazione.
Prima dei lavori
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Vista dell’interno dei padiglioni 13 e 15
I padiglioni di Fieramilano a Rho
Nel Quartiere di Fieramilano Rho, inoltre, è stato realizzato un secondo intervento in vista delle Olimpiadi: l’adeguamento dei padiglioni 22 e 24 al fine di renderli adatti ad ospitare un campo da hockey di 30 metri di larghezza e 60 metri di lunghezza, delle tribune per circa 5.000 posti a sedere, degli spogliatoi, una serie di servizi a supporto, oltre a una pista per il riscaldamento e l’allenamento degli atleti.
I lavori, iniziati a giugno 2025 e terminati il mese successivo, hanno riguardato la rimozione temporanea di una parte della parete divisoria tra i due padiglioni.
A questi interventi sono stati aggiunti i lavori, iniziati la scorsa estate, che hanno interessato la struttura congressuale di Allianz MiCo in città, con l’obiettivo di rendere disponibili degli spazi adeguati ad ospitare il main media center delle Olimpiadi.
A disposizione dell’impianto ci sono già circa 6.000 posti auto per il pubblico e 1.500 per lo staff e il personale di servizio, oltre alla dotazione infrastrutturale pubblica come la stazione ferroviaria del passante dell’alta velocità e la linea 1 della metropolitana (stazione di Rho Fiera).
Progetto
Gli edifici oggetto dell’intervento sono i padiglioni monoplanari numero 13 e 15 del quartiere espositivo di Fieramilano, a Rho.
I due padiglioni adiacenti tra loro sono costituiti da un unico edificio, a pianta rettangolare di dimensioni di 238×177 metri, è caratterizzato da un’altezza al colmo di 17,8 metri, altezza utile sotto il corrente inferiore delle travi reticolari di 12,1 metri.
Fondazione Fiera Milano, proprietaria dell’immobile, attraverso la propria area tecnica ha avviato un primo studio funzionale per verificare la possibilità di ospitare l’anello di ghiaccio per la pista di velocità olimpica con le relative tribune all’interno dei padiglioni 13 e 15, già dotati di una altezza utile interna maggiore degli altri padiglioni esistenti presso il Polo espositivo di Rho.
Successivamente, attraverso ulteriori approfondimenti volti ad analizzare la piena compatibilità della struttura per un evento sportivo a livello olimpico, è emersa la necessità di eliminare, oltre alla parete tagliafuoco che suddivide il padiglione 13 dal 15, anche i 12 pilastri interni all’edificio con lo scopo di creare un unico spazio libero da elementi verticali, determinando l’esigenza di intervenire sul sistema strutturale esistente di sostegno della copertura di circa 38.000 metri quadrati su cui è appoggiato anche una parte dell’impianto fotovoltaico.
Alcuni dettagli
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Dettagli della struttura
Parti in acciaio esistenti
Fondazione Fiera Milano, valutata anche l’opportunità di dotare il polo espositivo di un padiglione dalle caratteristiche straordinarie per eventi che Fiera Milano potrebbe ospitare successivamente alle Olimpiadi, come grandi congressi, concerti ed eventi sportivi per diverse specialità, ha incaricato lo studio Marzullo, già progettista strutturale dello stesso originario padiglione, di sviluppare uno studio approfondito per l’eliminazione dei pilastri esistenti, perseguendo i seguenti obiettivi:
mantenere in posizione l’attuale copertura per tutta la durata dei lavori al fine di non compromettere la tenuta idraulica e l’integrità delle doghe di alluminio della lunghezza di circa 80 metri che costituiscono il manto impermeabile e il soprastante impianto fotovoltaico, parte integrante di uno dei più grandi impianti su tetto in Europa (18 MWp di potenza);
poter garantire l’esecuzione dei lavori nelle sole finestre temporali costituite da tre estati (costituite da tre mesi ciascuna) e due inverni (due mesi), rese disponibili dal calendario espositivo che ha richiesto l’utilizzo dei due padiglioni durante i circuiti delle fiere, così come già stabilito commercialmente da Fiera Milano anni prima;
mantenere la stessa altezza utile interna dei padiglioni esistenti;
prevedere un sistema strutturale che consenta la massima prefabbricazione in officina al fine di agevolare le operazioni in cantiere e ridurre, per quanto possibile, i rischi di infortunio durante la realizzazione delle nuove strutture portanti alternative ai pilastri.
Il cantiere
I lavori per la realizzazione della pista di pattinaggio sono iniziati il 1° giugno 2023 con la realizzazione delle fondazioni e sono terminate il 1° agosto dello stesso anno. Successivamente, dal 4 dicembre 2023 al 20 gennaio 2024, sono stati realizzati i piedritti.
In questa fase è stato realizzato il corpo centrale del tunnel per consentire agli atleti di arrivare al centro della pista di speed skating.
Nella successiva finestra, iniziata il 20 maggio 2024 e conclusasi il 2 settembre dello stesso anno, è stata demolita la parete tagliafuoco a divisione dei padiglioni e, nel mentre, sono state assemblate a terra le travi di acciaio.
Queste ultime, per le loro specifiche caratteristiche (100 metri di lunghezza ciascuna e un peso totale di 1.750 tonnellate, pari a un quarto di quello della Tour Eiffel), sono state assemblate direttamente all’interno dei padiglioni.
Montaggio dei piedritti
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Macchine al lavoro
Piedritti montati
I lavori hanno previsto, inoltre, l’adeguamento dell’impianto delle compartimentazioni antincendio dell’intero padiglione.
Nella penultima fase per il completamento dell’opera è stato installato l’impianto di monitoraggio remoto sui bulloni della nuova struttura che ha permesso di monitorare la fase di collaudo della struttura e l’effettuazione di una serie di diagnosi in real-time dello stato di sollecitazione delle infrastrutture.
Dal 29 novembre 2024 al 15 gennaio 2025 i lavori hanno riguardato l’eliminazione dei pilastri esistenti interni a sostegno della copertura e la presa in carico della copertura da parte delle quattro nuove grandi travature in acciaio.
L’ultima fase dei lavori, svolti dal giugno al 18 luglio 2025, ha riguardato l’ultimazione del tunnel di collegamento e la realizzazione delle scale di accesso.
Strutture esistenti
La struttura di sostegno dell’attuale copertura era costituita da pilastri metallici con sezione a croce, ottenuta dall’accoppiamento di profilati tipo Heb/M con elementi saldati a T di opportuno spessore.
La struttura di copertura è costituita da un graticcio di travi reticolari piane principali e secondarie, di altezza pari a circa 4 metri, perpendicolari tra loro; le travature secondarie sono collegate dagli arcarecci (della serie Ipe o Hea) a loro volta stabilizzati dai pannelli di copertura.
Un sistema di controventamento a livello falda assicura la stabilità nel piano orizzontale. L’interasse degli arcarecci è pari a circa 4 metri e coincide con i nodi delle travature reticolari.
La maglia tipica del telaio spaziale del padiglione è di 24×28 metri con eccezione per la campata di estremità, dal lato degli edifici di testata ove la maglia strutturale è di 28×48 metri.
Le travi reticolari secondarie e principali sono costituite tipicamente da correnti longitudinali aventi sezioni della serie HE Aa/A/ b e da montanti e diagonali in angolari a lati uguali.
La tenuta all’acqua della copertura è garantita da un manto metallico in alluminio costituito da doghe a lunghezza di falda tipo Riverclack di Iscom, sopra il quale è stato posato un impianto fotovoltaico.
Layout delle fasi di sollevamento delle travi reticolari
Le strutture esistenti sono state realizzate nel 2005 con una precedente versione della normativa tecnica e, nel corso dei primi anni di esercizio, sono state oggetto di un intervento di incremento dei carichi di progetto per effetto dell’installazione dell’impianto fotovoltaico a estradosso copertura.
Si è pertanto reso necessario, congiuntamente all’intervento che ha comportato la rimozione dei pilastri interni, procedere alla riverifica della struttura e a mettere in atto una serie di interventi di rinforzo sulle membrature principali per rendere adeguata la struttura esistente alle nuove normative di riferimento (NT 2018).
Durante la fase di realizzazione è stato possibile allestire in un’apposita area limitrofa al padiglione, definita dal committente, un’officina per il preassemblaggio degli elementi. Il progetto ha visto susseguirsi diverse fasi di lavoro considerando anche l’utilizzo dei padiglioni per gli eventi fieristici.
Traversone assiemato in attesa dell’inizio del sollevamento
Realizzazione delle fondazioni
La prima fase è stata la messa in opera delle fondazioni tramite la realizzazione di una serie di micropali e la successiva costruzione dei plinti.
I piedritti dei cavalletti sono stati fondati su plinti, aventi un’altezza pari a 1,8 metri e una dimensione in pianta di circa 6,20×14,90 metri.
Ogni plinto è stato appoggiato su 25 pali trivellati aventi un diametro di φ350 millimetri e una lunghezza di 17,60 metri.
Traversone assiemato in posizione definitiva
Demolizione della parete tagliafuoco, montaggio dei piedritti e realizzazione del tunnel
Sistema di presa in carico superiore
La seconda fase del progetto ha previsto la demolizione della parete tagliafuoco, il montaggio degli otto piedritti e la realizzazione del corpo centrale del tunnel di collegamento.
I piedritti sono costituiti da quattro colonne disposte agli angoli di un rettangolo avente i lati di 5×8 metri, le cui colonne sono state collegate da dei profili orizzontali e controventate nelle due direzioni.
La disposizione delle colonne, a cavallo dei corselli tra gli stalli espositivi, è stata tale da garantire il mantenimento dei percorsi di fuga interni al padiglione.
La posa e il montaggio dei piedritti è avvenuta mediante due gru di piccola taglia, caratterizzate da un braccio di lunghezza pari a 13 metri, un raggio di lavoro di 5 metri e una capacità di carico di 38 tonnellate.
Queste hanno permesso di lavorare al di sotto della copertura esistente con ridotte lunghezze sotto gancio.
Particolare attenzione è stata quindi posta alle cinematiche e alla diffusione agli scarichi sotto stabilizzatore al fine di ridurre le pressioni sulla pavimentazione industriale del padiglione.
Il tunnel di collegamento che permetterà l’ingresso degli atleti alla pista di speed skating è stato realizzato con scatolari prefabbricati che garantiscono, una volta realizzato anche il pavimento in cemento armato, la stessa portata del resto del fabbricato.
Demolizione del muro e messa in opera delle travi
Nella terza fase il progetto ha previsto la demolizione del muro di divisione dei padiglioni e l’assemblaggio a terra delle travi reticolari, collocate direttamente nella rispettiva posizione planimetrica finale.
In particolare, si tratta di travi a cassone reticolari in carpenteria metallica larghe circa 5 metri, a campata unica, con una luce massima di circa 112 metri.
Il collegamento orizzontale tra due piedritti è stato realizzato con due travi reticolari parallele, collegate trasversalmente sia in corrispondenza dei nodi superiori che inferiori e controventate a formare una trave a cassone avente un’altezza di circa 6 metri all’attacco dei piedritti e un’altezza di 4 metri in corrispondenza dei due pilastri estremi da tagliare.
Il giunto di mezzeria della travata reticolare è stato completato e chiuso solo in briglia inferiore in modo da realizzare globalmente un’articolazione della briglia inferiore ed evitare così l’interferenza tra la briglia superiore e la reticolare longitudinale in fase di sollevamento.
Il sollevamento di ciascun traversone reticolare è stato effettuato mediante barelle di sollevamento collegate con barre dywidag ai piedritti e alla colonna centrale della copertura esistente. Ciascuna travatura è stata poi sollevata a quota finale: arrivati alla quota di progetto del singolo trasverso, sono stati chiusi i collegamenti tra la travata e il piedritto e tra le briglie superiori nella mezzeria della travata.
Una volta completati i collegamenti, è stato possibile disconnettere le barre di appensione e rimuovere le barelle di sollevamento.
In questa fase, le travi reticolari della copertura esistente e i quattro portali a cavalletto sono rimasti indipendenti per evitare possibili interferenze tra le due strutture.
Per il trasferimento del carico dalle colonne da rimuovere alle strutture dei portali a cavalletto è stato previso un sistema caratterizzato da tre coppie di martinetti per ciascun allineamento, poggianti direttamente sulle traverse di contrasto, solidali ai cavalletti, mediante delle apposite selle saldate alle colonne esistenti.
Cavalletto dopo il trasferimento di carico e il taglio delle colonne
Per governare in sicurezza questa transizione è stato previsto un sistema di controllo attivo per il passaggio del carico: a circa un metro dalle piastre di base delle colonne esistenti da rimuovere è stato installato un bypass realizzato tramite dei piatti saldati sulle piattabande delle colonne, a loro volta saldati a dei tubi cavi che hanno consentito l’alloggiamento delle barre in grado così di lavorare sia a trazione che a compressione.
La funzione delle barre è stata quella di trasferire il carico tra le due sezioni della colonna ed annullare il carico nel tratto tra esse compresa, dove è stata prevista una linea di taglio.
Una volta installati i sistemi di trasferimento del carico e prima di effettuare materialmente la transizione, è stato eseguito il collaudo statico di tutti e quattro i cavalletti.
In particolare, per il sistema di ancoraggio è stata utilizzata la colonna esistente non ancora tagliata. Azionando i martinetti superiori è stato possibile caricare le strutture di nuova realizzazione con i carichi corrispondenti a una condizione di stato limite di servizio.
Le frecce riscontrate durante le quattro prove di carico, una per ogni cavalletto, hanno evidenziato inoltre una completa rispondenza del costruito rispetto alla previsione teorica e un completo allineamento di comportamento fra i quattro portali in termini di deformazioni riscontrate.
Queste ultime sono state rilevate mediante l’utilizzo di dieci trasduttori di spostamento potenziometrici rotativi, installati sulle briglie inferiori delle travi in diverse posizioni: in mezzeria, ai quarti della luce e in prossimità dei piedritti.
Le letture sono state poi accompagnate dal rilevo della temperatura attraverso l’impiego di due sonde allo scopo di depurare i dati rilevati agli effetti termici.
Inoltre, sono stati posizionati due distanziometri laser wireless, rispettivamente uno sulla briglia inferiore del cavalletto in mezzeria e uno sull’intradosso della copertura, sempre in corrispondenza della mezzeria del cavalletto.
Questi strumenti hanno permesso di controllare l’innalzamento della copertura durante l’utilizzo dei martinetti e riscontrare l’abbassamento del cavalletto durante la prova di carico e il successivo trasferimento della copertura.
I distanziometri dei cavalletti sono stati mantenuti in acquisizione al fine di monitorare nel corso dell’esercizio il comportamento delle nuove strutture.
Prima della fase di trasferimento di carico sono stati strumentati dei bulloni per il monitoraggio remoto e la diagnosi real-time dello stato di sollecitazione delle infrastrutture: in particolare, è stato installato un network di 44 sensori per ogni cavalletto, per un totale di 176 strumenti, applicati ai bulloni M24 e M27 distribuiti sulle giunzioni significative dei cavalletti.
Ciò ha permesso di registrare eventuali fenomeni di variazione della forza di serraggio e di monitorare nel corso della vita delle opere le sollecitazioni dinamiche relative ai bulloni.
Completato con successo il collaudo, è stato possibile procedere al trasferimento del carico: tale procedura è iniziata con l’attivazione del bypass inferiore; sono stati attivati i martinetti di quest’ultimo in modo da riprendere un carico corrispondente a circa l’80% del carico della colonna, precedentemente stimato mediante modellazione e suffragato da delle prove di rilascio tensionale.
La colonna è stata poi tagliata in corrispondenza della linea di giunto mantenendo un controllo attivo del carico con i martinetti del bypass al fine di evitare effetti di rimbalzo.
I dadi delle barre del bypass sono stati serrati in modo da riprendere il carico delle colonne con le barre.
Le attività sono quindi procedute con il trasferimento di carico fra la copertura esistente e i cavalletti, attivando i martinetti superiori: in questa fase è stato mantenuto un controllo attivo del carico su bypass per monitorare il trasferimento del carico.
Oltre al controllo del trasferimento della forza, è stato fondamentale controllare anche l’aspetto geometrico della copertura che sarebbe dovuto rimanere invariato in modo da lasciare inalterate le pendenze ed evitare possibili danni ai rivestimenti e agli impianti.
La costruzione delle nuove strutture ha permesso di assegnare una sovra-monta aggiuntiva alla copertura esistente.
Una volta annullato il carico nelle colonne esistenti, i martinetti superiori sono stati bloccati attraverso l’utilizzo di ghiere meccaniche in modo da procedere al taglio della colonna quota prevista a progetto: al di sotto della stessa è stata saldata la flangia terminale, poggiante sull’apposito tronchetto bullonato al traverso del cavalletto.
Al termine del trasferimento di carico, la nuova struttura è risultata perfettamente in aderenza alle travi reticolari della copertura esistente.
Stato della struttura dopo il completamento dei lavori
Impiantistica
L’impianto, realizzato con una formula innovativa e sostenibile dal punto di vista ambientale, è stato alimentato quasi esclusivamente da un impianto fotovoltaico già presente sui tetti dei padiglioni fieristici.
Si tratta del più grande impianto fotovoltaico su tetto realizzato in Italia, avente una superficie di circa 300 mila metri quadrati e una potenza che raggiunge i 18 MWp.
Il progetto ha previsto la realizzazione di un impianto di condizionamento e di regolazione dell’umidità in grado di garantire le più idonee condizioni di mantenimento delle superfici ghiacciate secondo i requisiti della Federazione internazionale di pattinaggio (30-40% di umidità e 15 gradi centigradi a livello ghiaccio).
Il condizionamento invernale è stato invece generato dall’impianto di teleriscaldamento proveniente dal termovalorizzatore del comune di Milano che sfrutta l’incenerimento dei rifiuti della città.
Conclusioni
Il progetto di rimozione delle colonne della copertura dei padiglioni di Fiera Milano a Rho e la conseguente installazione delle nuove strutture portanti ha evidenziato notevoli complessità.
La prima è stata quella legata alla necessità di lavorare in precise e tassative finestre temporali di disponibilità del padiglione con il rischio che in caso di ritardi dei lavori si sarebbero generati dei danni diretti e indiretti alle manifestazioni espositive.
A tale riguardo e per evitare, per quanto possibile, imprevisti in corso d’opera, è stato necessario un attento studio per risolvere tutte le possibili interferenze che si sarebbero potute creare sia in configurazione definitiva che in fase di montaggio.
Il progetto dei nuovi cavalletti è stato quindi sviluppato per assecondare tutte le condizioni al contorno e, al contempo, semplificare ed ottimizzare le quantità e le operazioni di prefabbricazione ed assiemaggio.
L’assoluta necessità di mantenere lo status quo della copertura in termini geometrici, oltre ad evitare overstress sulle strutture esistenti dovuti a eventuali cedimenti o forzature, ha imposto un approfondito studio delle procedure di montaggio e trasferimento di carico.
A tale scopo è stato posto in opera un complesso numero di sensori sia tradizionali (lettori laser, flessimetri, estensimetrici…) sia di tipo evoluto come i bulloni tobko che hanno consentito di leggere in continuo lo stato tensionale degli stessi e che la proprietà Ffm ha voluto introdurre in termini permanenti allo scopo di monitorare durante tutto l’arco di vita della struttura il suo corretto stato tensionale.
di Valentina Puglisi, Dipartimento Abc, Politecnico di Milano
Oscar Cassa | Responsabile area tecnica di Fondazione Fiera Milano
Oscar Cassa | Responsabile Area Tecnica Fondazione Fiera Milano
L’intervento di adeguamento dei padiglioni 13-15 di Fieramilano ha rappresentato un’importante sfida ingegneristica, con la realizzazione e il sollevamento in loco delle travature, dettata dalle loro imponenti dimensioni, e organizzativa, e con la calendarizzazione dei lavori in finestre temporali contenute nei soli 3 mesi estivi e nei 2 invernali del periodo natalizio, dovendo sempre garantire la continuità operativa dei due padiglioni per gli eventi fieristici.
Questo investimento non risponde solo alle specifiche esigenze strutturali necessarie per ospitare una pista di pattinaggio di velocità olimpionica ma è rivolto anche ai futuri possibili e diversi utilizzi che Fiera Milano spa potrà organizzare in questo padiglione dalle caratteristiche peculiari. L’intervento, infatti, ci lascerà in eredità uno spazio coperto, per congressi, concerti ed eventi sportivi, rappresentando un unicum a livello europeo.
Il futuro dei padiglioni 13 e 15
I padiglioni 13 e 15, già oggi considerati atipici per la loro altezza utile interna maggiorata (16 metri) rispetto agli altri padiglioni di Fieramilano Rho, saranno, dopo l’evento olimpico, una sede polifunzionale per grandi eventi del tutto nuovi nel panorama delle strutture fieristico congressuali di Fiera Milano spa.
Infatti, l’assenza dei pilastri e l’eliminazione della parete interna permetteranno di ottenere un unico ambiente in grado di ospitare:
congressi fino a 12.500 posti a sedere in una unica sala (oggi la struttura più grande di Fiera Milano spa all’Allianz MiCo raggiunge i 4.500 posti);
concerti al coperto per circa 30.000 posti;
eventi e competizioni sportive di varia natura (tennis, padel…);
possibilità di nuovi layout espositivi.
La scheda
Proprietà e committente lavori: Fondazione Fiera Milano
Project management e coordinamento generale: area tecnica di Ffm
Progettista e direttore lavori: arch. Francesco Marzullo – Studio Marzullo srl
Collaudatore: ing. Bruno Finzi Ceas srl
Impresa di costruzione: Raggruppamento di imprese Bit spa e Mbm spa