Premio Città Accessibili 2025: inclusione e innovazione urbana

Un riconoscimento ai progetti che trasformano l’accessibilità in motore di democrazia spaziale e qualità urbana.

Le città del futuro non possono limitarsi a essere luoghi di crescita economica o di innovazione tecnologica: devono essere spazi inclusivi, accessibili e pensati per accogliere tutte le persone, indipendentemente dall’età, dalle condizioni o dalle capacità.

È questa la visione che ha ispirato l’edizione 2025 del Premio Città Accessibili a Tuttə, promosso da Inu e Urbit, celebrato ieri all’Innovation Center di Firenze nell’ambito di Urbanpromo – Progetti per il Paese.

Un’organizzazione a tante mani

Giunto alla sua terza edizione, il premio si conferma come un punto di riferimento nazionale. Sostenuto da Camera di Commercio di Genova, Cra-Regione Toscana e Fondazione Habitat Umano, con la collaborazione del Ministro per le Disabilità, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di Cerpa Ets e di Urbanistica Informazioni, e con il patrocinio del Ministero della Cultura, l’iniziativa valorizza un approccio all’accessibilità che supera la mera eliminazione delle barriere architettoniche. L’obiettivo è più ambizioso: costruire una visione sistemica e integrata della qualità urbana, capace di coniugare inclusione, sostenibilità e innovazione sociale.

Premio al progetto Water-Mine. Indagine storico-architettonica sulla rigenerazione del complesso minerario di Nebida in Sardegna dell'Università di Ferrara
Premio al progetto Water-Mine. Indagine storico-architettonica sulla rigenerazione del complesso minerario di Nebida in Sardegna dell’Università di Ferrara

Progetti vincitori: tesi e ricerche per l’accessibilità urbana

I progetti premiati raccontano questa prospettiva. Nella sezione Tesi di laurea magistrale, il primo premio è stato assegnato a Water-Mine. Indagine storico-architettonica sulla rigenerazione del complesso minerario di Nebida in Sardegna, firmato da Davide Filipi e Giorgio Lana dell’Università di Ferrara.

A seguire, il progetto Reggio Emilia Città Educante di Andrea Boni e Riccardo Pondi, sempre dell’Università di Ferrara, e Patrimonio Mismatched di Natalia Anna Wojtasik del Politecnico di Milano hanno conquistato il secondo premio ex aequo. Il terzo riconoscimento è andato ad Antonino Piana dell’Università di Catania, con la ricerca Funzioni urbane e accessibilità. Analisi e scenari progettuali della città di Catania.

Nella sezione Ricerche e Studi, il primo premio è stato conferito a Un anno di sperimentazione tra arte, co-design e social justice, di Diana Ciufo e Flavia Dalila D’Amico (Sapienza Università di Roma). Un progetto che intreccia ricerca, partecipazione e giustizia sociale, dimostrando come l’accessibilità culturale possa nascere dall’incontro tra discipline e comunità.

Premio al progeto Un anno di sperimentazione tra arte, co-design e social justice dell'Università Sapienza di Roma
Premio al progetto | Un anno di sperimentazione tra arte, co-design e social justice dell’Università Sapienza di Roma

Un laboratorio nazionale di buone pratiche e linee guida per le città

Il progetto Città Accessibili a Tuttə, avviato da Inu nel 2016, si è ormai affermato come un laboratorio nazionale di buone pratiche e ricerca. La sua attività è culminata nella pubblicazione delle Linee Guida per l’accessibilità urbana. Attraverso il premio, l’iniziativa intende favorire la diffusione di esperienze replicabili, capaci di unire competenze tecniche, sensibilità sociale e partecipazione comunitaria.

Iginio Rossi | Coordinatore del Premio per Inu–Urbit
Iginio Rossi | Coordinatore del Premio per Inu–Urbit

Iginio Rossi | Coordinatore del Premio per Inu–Urbit

Il Premio Città Accessibili a Tuttə vuole cambiare il modo in cui guardiamo all’accessibilità urbana, non più come a un insieme di soluzioni tecniche, ma come a un principio di democrazia spaziale.

L’accessibilità dev’essere parte integrante della pianificazione e della progettazione delle città, perché solo così possiamo costruire spazi realmente condivisi, equi e vivibili.

I progetti premiati quest’anno mostrano come innovazione, cultura e responsabilità sociale possano convergere per dare forma a città più giuste e inclusive.

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