Nel mondo dell’innovazione architettonica globale, il Brick Award 2026 si conferma come una delle vetrine più prestigiose per celebrare l’uso creativo e sostenibile del mattone.
Presentato ogni due anni dal 2004 e organizzato da Wienerberger, il premio offre agli architetti di tutto il mondo una piattaforma indipendente per mostrare progetti che reinterpretano il laterizio come materiale senza tempo, capace di dialogare con il futuro.
Progetti selezionati: un panorama globale
La shortlist di quest’anno, selezionata tra ben 849 candidature, comprende 50 progetti provenienti da 21 paesi e cinque continenti.
A scegliere i finalisti è stata una pre-giuria composta dal giornalista Wojciech Czaja, dalla designer e ceramista Maria Gasparian e dall’architetta Špela Kuhar.
I vincitori saranno annunciati l’11 giugno 2026 a Vienna, durante una cerimonia che vedrà protagonisti giurati di fama internazionale come Gabriela Carrillo, Christine Conix, Jens Linnet, Traudy Pelzel ed Eduardo Mediero.
Le cinque categorie del premio internazionale
Il premio si articola in cinque categorie tematiche: Feeling at home per le abitazioni private, Living together per i progetti residenziali urbani, Working together per gli edifici commerciali e industriali, Sharing public spaces per gli spazi pubblici, e Building outside the box dedicata all’innovazione.
Mattoni e sostenibilità: il ritorno dell’artigianalità
Tra i progetti selezionati spiccano opere che trasformano il mattone in strumento poetico, sociale e ambientale.
In Iran, la Shafagh Tomb ad Ardakan ridefinisce il concetto di memoriale con una cupola rovesciata e iscrizioni che scorrono liberamente, rendendo l’architettura una tela per la libertà di espressione.
In Bangladesh, l’Aga Khan Academy di Dhaka crea un’oasi educativa in un contesto urbano denso, mentre in India la Metallic Bellows Factory di Chennai si ispira alle fornaci locali per ridurre l’impatto ambientale.
Dalla Cina all’Europa
Dalla Cina arrivano due progetti emblematici: l’Ucca Clay Museum di Yixing, firmato da Kengo Kuma and Associates, con un tetto scultoreo rivestito da 3.600 piastrelle ceramiche fatte a mano, e la libreria Tianjin Zhongshuge, che trasforma la muratura in onde immersive di mattoni e ferro.
In Europa, Studio Rap reinterpreta la storica Hooftstraat di Amsterdam con una facciata ondulata in ceramica stampata in 3D, mentre a Lipsia l’argilla smaltata diventa protagonista della centrale di cogenerazione.
Il riuso e la sostenibilità sono temi centrali anche nel teatro temporaneo di Lubiana, realizzato con materiali riciclati, e nel progetto di rigenerazione urbana Park Hill a Sheffield, dove il mattone rinnova l’estetica brutalista.
In Australia, il Melbourne Holocaust Museum impiega 25.000 mattoni in argilla e vetro per una facciata che bilancia trasparenza e sicurezza, evocando memoria e resilienza.
Il mattone: un ponte fra Americhe e Africa
In America Latina, la White Bricks House in Brasile esplora la muratura artigianale come elemento di apertura e privacy, mentre in Messico la Clase Azul La Hacienda Jalisco utilizza materiali locali per radicare l’architettura nella topografia vulcanica.
Negli Stati Uniti, 64 University Place a New York fonde riferimenti storici e dettagli contemporanei in una facciata in mattoni posati a mano.
Infine, in Sudafrica, la Mountain House a Città del Capo si inserisce con delicatezza nel paesaggio di Steenberg Ridge, abbracciando materiali semplici e non decorati per evocare un senso primordiale di rifugio.

Il Brick Award 2026 non è solo una celebrazione del mattone, ma un manifesto globale sull’architettura come espressione culturale, ambientale e sociale. Un invito a guardare al passato per costruire il futuro.