Controllo qualità in cantiere: inefficienze, costi e soluzioni digitali
Un’indagine PlanRadar rivela criticità diffuse nella gestione della qualità nei cantieri e propone la digitalizzazione come leva strategica per migliorare margini e tempi.
Volendo fotografare lo stato attuale del controllo qualità nel settore delle costruzioni, emerge un quadro preoccupante: la maggior parte delle aziende coinvolte nella filiera del costruito non ritiene adeguata la propria documentazione relativa alla gestione della qualità.
È quanto rivela una recente indagine condotta da PlanRadar, piattaforma digitale specializzata nella documentazione e reportistica per progetti edilizi, immobiliari e di facility management.
Secondo il report, il 77% delle imprese intervistate giudica insufficiente il proprio sistema di controllo qualità, con punte che in Italia superano l’80% (83%). Nel nostro Paese, più della metà degli operatori (54%) considera prioritario intervenire per migliorare i processi, rispondere alle richieste del mercato, evitare rilavorazioni costose e rispettare gli obblighi normativi.
Stato del controllo qualità: dati e preoccupazioni
PlanRadar | Grafico relativo all’indagine sulla documentazione della gestione della qualità
Tra gli intervistati figurano consulenti di progetto, appaltatori generali e specializzati, studi di architettura, sviluppatori e proprietari immobiliari, tutti direttamente coinvolti nella supervisione dei processi di qualità.
Uno dei problemi più diffusi è la mancanza di uniformità tra cantieri e lavorazioni: il 56% del campione lamenta la presenza di standard differenti, mentre il 55% ammette di non seguire processi vincolanti.
Questa disomogeneità si riflette direttamente sui costi: le aziende prive di procedure strutturate hanno il doppio delle probabilità di incorrere in rilavorazioni evitabili (43% contro 22%).
Al contrario, chi applica controlli standardizzati ha il 28% di probabilità in più di ottenere margini superiori al 3% e riesce più facilmente a contenere le rilavorazioni sotto il 5% del budget (56% contro 37%).
PlanRadar | Costo di rilavorazione
I ritardi rappresentano un altro effetto collaterale della scarsa gestione della qualità. Il 67% delle aziende collega l’assenza di processi strutturati al mancato rispetto delle scadenze.
Quando quantificabili, sei aziende su dieci segnalano ritardi medi di oltre due settimane, mentre quasi una su quattro denuncia slittamenti superiori al mese. Inoltre, le imprese senza standard uniformi affrontano con maggiore frequenza rischi di garanzia (54% contro 35%) e contenziosi con i subappaltatori (43% contro 35%).
Effetti economici della scarsa qualità
Le conseguenze si estendono anche ai rapporti con i clienti e alla gestione delle risorse: il 76% delle aziende dichiara di sostenere costi aggiuntivi per straordinari e manodopera extra, il 50% segnala tensioni con i committenti e circa un terzo subisce penalità contrattuali.
Nonostante molte organizzazioni affermino di seguire standard qualitativi, nella pratica questi variano tra team e subappaltatori, anche perché oltre la metà delle aziende non dispone di un approccio vincolante per i fornitori esterni. L’adozione di una piattaforma unica e dedicata resta ancora un’eccezione.
PlanRadar | Indagine sull’utilità dei processi di gestione della qualità
La soluzione, secondo il 78% degli intervistati, risiede nella definizione di uno standard più solido per i processi di controllo qualità, considerato una leva strategica per migliorare i margini e la competitività.
Il nodo dei subappaltatori
In Italia, sebbene solo il 4% dichiari totale incoerenza nei processi (contro il 12% globale), il numero di aziende che ha adottato procedure rigide e trasversali tra team e subappaltatori è ancora troppo basso (17%, rispetto al 23% globale).
Questo deficit, ritenuto da quasi l’80% del campione causa di minore profittabilità, si traduce soprattutto in problemi legati ai tempi di consegna, come evidenziato dal 79% degli intervistati, un dato superiore di 12 punti rispetto alla media internazionale.
Per quasi la metà degli operatori italiani, la spinta al cambiamento arriva direttamente dal mercato, che richiede progetti sempre più conformi a elevati standard qualitativi. Una sfida che il 79% degli intervistati si dichiara pronto ad affrontare.
PlanRadar | Report sul controllo di qualità
In questo contesto, le piattaforme digitali dedicate all’edilizia si configurano come strumenti fondamentali per garantire coerenza e tracciabilità. Centralizzando dati, verifiche e approvazioni in un ambiente condiviso, queste soluzioni permettono alle imprese di applicare regole omogenee nei cantieri e di fornire indicazioni chiare e verificabili ai subappaltatori, rispondendo con efficacia alle esigenze di un mercato sempre più esigente.
Sander van de Rijdt | Co-Fondatore e Ceo PlanRadar
Sander van de Rijdt | Co-Fondatore e Ceo PlanRadar
La garanzia e il controllo della qualità in cantiere sono una priorità assoluta nel settore delle costruzioni. La sfida è riuscire a standardizzarne i processi. La nostra ricerca mostra che quando ogni cantiere e lavorazione segue regole diverse, la qualità ne risente e i costi diventano imprevedibili. La strada da seguire è chiara: standard uniformi e applicabili orizzontalmente che creino visibilità, riducano le controversie e proteggano i margini.