L’iniziativa, sostenuta da Cassa Depositi e Prestiti come main partner e da numerosi attori pubblici e privati, si propone di presentare alla società civile e alle istituzioni le migliori esperienze e visioni in materia di rigenerazione urbana.
L’evento, ospitato al MAXXI e arricchito dal Festival “Città in scena”, mira a offrire proposte concrete per la trasformazione sostenibile delle città italiane.
Due le prospettive temporali individuate: il 2030, come orizzonte operativo immediato, e il 2050, come visione strategica a lungo termine, in linea con gli obiettivi delle transizioni climatica ed energetica.
La conferenza si articola attorno a due temi centrali: l’adattamento ai cambiamenti climatici e il diritto alla casa.

Federica Brancaccio, presidente Ance, aprendo i lavori della seconda giornata di Città nel futuro 2030-2050, ha dichiarato: «Parlare di città non è solo un tema urbanistico ma riguarda tutta l’economia del Paese.
Abbiamo una tensione abitativa fortissima su alcuni grandi centri urbani, dove c’è lavoro non c’è casa e viceversa. Ci sono intere aree del Paese che si stanno spopolando, una riduzione drastica di residenti nel Mezzogiorno e una concentrazione in alcune aree del Nord.
Abbiamo accolto con grande favore l’annuncio di un Piano casa lanciato a fine agosto, ma bisogna ora passare alle azioni e ci auguriamo di trovare le prime risposte nella prossima legge di bilancio.
C’è la questione giovani: servono studentati, servono residenze per gli anziani e case accessibili per la classe media, che in alcune realtà non ha nessuna possibilità di accedere a un alloggio, né in termini di locazione né di acquisto.
È necessario quindi dare una risposta complessiva, di rigenerazione sociale, culturale, lavorativa, a un tema che non è solo italiano ma europeo.
Per farlo occorre una governance chiara, riforme e fondi. In particolare dobbiamo riuscire a trovare strumenti innovativi per attrarre capitale privato perché i fondi pubblici non possono bastare».
Adattamento ai cambiamenti climatici
Sul fronte ambientale, si sottolinea l’urgenza di un governo efficace delle acque, con investimenti in infrastrutture per la raccolta, la canalizzazione e la valorizzazione delle risorse idriche. L’adattamento diventa così una leva strategica per la sicurezza territoriale e la prevenzione dei disastri.
Casa: emergenza sociale ed economica, una sfida nazionale ed europea
Parallelamente, il tema della casa viene affrontato come emergenza sociale ed economica. La crisi abitativa, che colpisce anche la classe media, impone un ripensamento dell’offerta residenziale, con attenzione all’affordable housing e alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Riqualificare edifici abbandonati e beni pubblici in dismissione diventa una priorità per garantire il diritto a un’abitazione dignitosa.
La mostra Città in scena. Urban regeneration: the Italian way to a sustainable future, promossa dal ministero degli Affari Esteri, celebra le eccellenze italiane nella progettazione urbana e nell’edilizia, valorizzando il know-how del Made in Italy.
Leggi anche: Città del Futuro: le proposte di Consap per casa, giovani e social housing
Emergenza Casa
L’emergenza abitativa è oggi una delle questioni più urgenti in Italia e in Europa. Non riguarda più soltanto le fasce sociali più vulnerabili, ma coinvolge anche la classe media, sempre più esclusa dal mercato immobiliare.
Il disagio abitativo si manifesta in forme diverse: famiglie con redditi troppo bassi per accedere al mercato privato, ma troppo alti per ottenere una casa popolare; giovani, studenti, anziani e immigrati che faticano a trovare soluzioni dignitose e sostenibili.
I numeri del disagio
Tra il 2015 e il 2023, i prezzi delle abitazioni nell’Unione Europea sono aumentati del 48%, mentre gli affitti sono cresciuti del 18% tra il 2010 e il 2022.
In Italia, secondo Federcasa, circa 1,5 milioni di famiglie vivono in condizioni di disagio abitativo: il 22% ha un mutuo, il 78% è in affitto.
Per le 10 milioni di famiglie con reddito disponibile fino a 24.000 euro, acquistare o affittare una casa nelle grandi città è economicamente insostenibile: si arriva a spendere fino alla metà del reddito, e per i meno abbienti anche oltre i due terzi.
Edilizia pubblica insufficiente
Il nostro Paese presenta una grave carenza di alloggi sociali. Solo il 3,5% delle famiglie vive in abitazioni di edilizia residenziale pubblica, contro il 24% dell’Austria, il 16% della Francia e il 29% dei Paesi Bassi.
Inoltre, quasi il 9% degli alloggi pubblici è sfitto per mancanza di manutenzione, e le graduatorie di assegnazione scorrono con estrema lentezza.
Studenti senza casa
La domanda di posti letto per studenti è altissima. Secondo una ricognizione dell’Ance, servono:
- 75.000 posti letto a Milano
- 53.200 a Roma
- 46.200 a Bologna
- 30.000 a Firenze
Una situazione che ostacola il diritto allo studio e penalizza la mobilità giovanile.
Le risorse disponibili
Per affrontare l’emergenza casa, sono potenzialmente attivabili oltre 15 miliardi di euro attraverso la revisione del Pnrr, la riprogrammazione dei fondi strutturali 2021–2027 e il nuovo bilancio UE 2028–2034. A questi si aggiungono:
- 9 miliardi dal Fondo sociale per il clima (2026–2032), di cui 3 destinabili alla casa
- 18,5 miliardi dal Fondo investimenti infrastrutturali (2027–2033), di cui 2 per la casa
- 15 miliardi dal nuovo Fondo europeo per la competitività
Queste risorse possono finanziare interventi per l’efficienza energetica degli edifici, la mobilità sostenibile e il sostegno diretto al reddito.
Una governance frammentata
A livello centrale, oltre 40 enti e ministeri si dividono competenze sulla casa, spesso in modo disfunzionale e senza un sistema informativo condiviso. La frammentazione è amplificata dalla legislazione regionale e locale, rendendo difficile una strategia coordinata.
Le proposte operative Ance
Il Piano Ance per la casa accessibile propone tre linee d’intervento:
- Potenziare l’edilizia residenziale pubblica attraverso partenariati pubblico-privati.
- Recuperare e riqualificare il patrimonio pubblico inutilizzato.
- Promuovere semplificazioni urbanistiche, incentivi fiscali e strumenti finanziari innovativi per coinvolgere il risparmio locale e gli investitori istituzionali.
Una revisione della normativa bancaria europea è inoltre auspicabile per facilitare l’accesso al credito per progetti di housing sociale.