Teatro Intermeuble Beirut: il nuovo showroom firmato Lombardini22

«Immagino uno stabile parigino cui sia stata tolta la facciata… in modo che, dal pianterreno alle soffitte, tutte le stanze che si trovano sulla parte anteriore dell’edificio siano immediatamente e simultaneamente visibili».

Così George Perec descrive La vita, istruzioni per l’uso, il suo celebre romanzo-edificio in cui a ognuna delle 100 stanze che lo compongono corrisponde una storia, tutte insieme aperte alla strada (e al lettore) attraverso un frontespizio mancante.

Un espediente letterario che unisce il colpo d’occhio di una scena vista da fuori, multipla e sincronica, e le singole vicende da seguire una ad una, dall’interno, in sequenza e intrecciate tra loro.

Lombardini22 Intermeuble Beirut Teatro ©David Hanna
Lombardini22 | Si apra il sipario | ©David Hanna

Sono molti i rimandi di questo artificio spaziale: in pittura, nel teatro, nella musica, nel cinema. Si può risalire alla Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova (1303-1305) o alle bande parallele del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara (1468-1470).

Si può pensare alle scenografie di Aldo Rossi per Madama Butterfly di Giacomo Puccini (1986), a quelle di Margherita Palli per La cena delle beffe diretta da Mario Martone (2016), all’inversione del rapporto tra musicisti e pubblico nel progetto di Renzo Piano per il Prometeo di Luigi Nono (1983-84).

Nel cinema la visibilità simultanea delle scene, ma trasposta in pianta e non in alzato, ha un paradigma in Dogville di Lars Von Trier (2003).

Tali rimozioni dei muri raccontano di un’ideologia della trasparenza e di una nuova visibilità, tra democratizzazione e derive vouyeristiche (serie televisive come The Hbo Voyeur Project del 2007 ne sono un esempio), che hanno fatto la storia, e il teatro, della modernità.

Di cinema in cinema

Tutti questi e altri riferimenti compongono l’immaginario con cui Lombardini22 ha progettato il nuovo showroom di Intermeuble a Beirut, e non senza motivo.

Storica società importatrice in Libano dei maggiori marchi di design soprattutto italiano, Intermeuble (parte del Gruppo Holcom, consolidato cliente di Lombardini22) proprio in un vecchio cinema-teatro apre il suo primo negozio nel 1979 (su progetto di Jacques Liger-Belair) a Kaslik, a nord rispetto a una Beirut allora in piena guerra civile.

Lombardini22 Intermeuble Beirut Teatro ©David Hanna
Lombardini22 | Ambientazioni scenografiche | ©David Hanna

Con gli anni si avvicina al centro città aprendo un punto vendita nel quartiere Achrafieh con un primo monobrand (Poltrona Frau, circa 180 m²) all’interno dell’iconico Sofil Centre, edificio molto visibile e interessante anche per la sua storia progettuale.

Al primo negozio se ne aggiunge un secondo (Cassina, 240 m2) nel 2020. Autonomi ma collegati tra loro, i due negozi sono adiacenti al Metropolis Art Cinema (anch’esso nel Sofil Centre), un’associazione culturale creata nel 2006 dedicata al cinema indipendente e alla proiezione di film d’autore, celebre per il suo pubblico colto e internazionale.

Tuttavia, tra la rivolta dell’ottobre 2019 in Libano e l’inizio della pandemia globale, nel gennaio 2020 il cinema chiude i battenti e Intermeuble ne acquista gli spazi.

Il progetto del nuovo showroom nasce e si sviluppa in virtù di questa acquisizione: e quindi, di nuovo, all’interno di un cinema-teatro.

E non solo, di nuovo in un momento di conflitto (quello tra Israele e Hezbollah del 2023-2024), durante il quale, tenacemente, il cantiere ha continuato a svilupparsi ed è stato portato a termine.

Il progetto

Per una clientela cosmopolita, abituata a viaggiare, come quella di Intermeuble, si trattava di trovare altri codici rispetto ai consueti monobrand o multibrand di tipo europeo: un punto vendita differente e innovativo, un attrattore, un attivatore di incontri e relazioni.

Dunque uno spazio dagli usi multipli focalizzato non solo sul cliente finale e sull’acquisto di prodotti d’arredo, ma anche dedicato agli architetti, ai progettisti, affinché vi trovino un playground che possa aiutare nella fase di concept, selezione e costruzione di situazioni abitabili.

Il contesto del cinema ha stimolato a immaginare uno spazio come condensatore di narrazioni: un teatro di scene multiple da guardare da fuori, in una griglia di visibilità istantanea, e da vivere dall’interno, attraverso passaggi in sequenza e transizioni tra ambienti diversi allestiti come set cinematografici o teatrali, un po’ metafisici, che accennano a scenari possibili senza sovraccaricarli di dettagli.

Lombardini22 Intermeuble Beirut Teatro ©David Hanna
Lombardini22 | Spazi dilatati come su un grande set | ©David Hanna

Una quinta scenografica abbraccia così il perimetro dello spazio su tre lati con una composizione modulare che, sfruttando l’inclinazione delle sale, si sviluppa in una progressione di singole e doppie altezze per ventisei ambientazioni, ognuna dedicata a un brand.

Alla platea è lasciato il focus delle relazioni con un susseguirsi di spazi ad hoc che integrano la funzione espositiva con diverse possibilità di fruizione, facendone un generatore di attività in movimento.

Al centro della scena un luogo speciale: un giardino virtuale, che nasce dall’esigenza di creare un luogo per ambientare arredi da esterno, ma che allo stesso tempo è anche un diffusore di luminosità naturale (riprodotta attraverso lucernari artificiali grazie all’adozione di sistemi CoeLux).

Gli spazi: la platea multiforme

Il nuovo showroom è uno spazio che integra i due negozi monobrand esistenti (Poltrona Frau e Cassina), collocati all’angolo tra George Choueri Street e Michel Bustros Street, più un nuovo negozio monobrand (Vitra) in un unico e articolato organismo di circa 1800 m2 che ha richiesto un’attenta gestione dei flussi e dei dislivelli (il cinema è uno spazio interrato).

L’ingresso principale da Michel Bustros Street conduce direttamente, attraverso un Indoor Garden che è un primo momento espositivo di arredi outdoor, al nodo connettivo del Foyer dal quale si entra nel cuore del sistema: ai suoi due lati una viva e fruibile Caffetteria (Arclinea), cui corrisponde un Led Wall sullo sfondo, e una nutrita Materioteca, mentre frontalmente si apre a ventaglio lo spazio della rappresentazione.

Lombardini22 Intermeuble Beirut Teatro ©David Hanna
Lombardini22 | Spazio alle proposte per l’outdoor | ©David Hanna

Al centro, il giardino virtuale è un volume trasparente, lussureggiante e luminoso che grazie ai suoi angoli smussati articola con fluidità la sequenza degli spazi determinando due coni ottici verso le quinte scenografiche dei box espositivi: da una parte una piattaforma in piano (The Platform) che culmina in uno spazio a gradoni (The Forum) pensato per eventi, convegni o conferenze; dall’altra si sviluppa The Slope, ovvero una rampa continua lungo l’inclinazione della ex sala cinematografica che termina in un altro spazio, The Spot, che invita a incontri informali.

Al di là delle denominazioni, sono tutte aree aperte in comunicazione tra loro che circondano ad anello il fulcro luminoso, che è allo stesso tempo foresta vivente e stage per prodotti outdoor, mentre una serie di meeting room più defilate sono dedicate a incontri riservati.

Dal colpo d’occhio all’esperienza di stanza in stanza

Tutt’intorno, la cornice delle ventisei stanze espositive rappresenta il Teatro vero e proprio: una quinta aperta da cogliere a colpo d’occhio, scandita da riquadri regolari ma allo stesso tempo flessibili nell’uso e nelle possibilità di allestimento grazie a pannelli removibili che dividono le diverse aree.

Nello showroom i progettisti hanno usato, sempre come partizioni dello spazio, sistemi a binario con tendoni di velluto rosso che richiamano atmosfere teatrali.

Oltre lo sguardo istantaneo, ogni stanza è attraversabile e quindi vivibile dall’interno, in sequenza, ed è un piccolo viaggio tra diversi mondi rappresentativi: ognuno legato a un singolo brand, ognuno con una palette colori dedicata, e con la regola di non avere mai due spazi adiacenti con la stessa funzione e lo stesso brand.

Ogni stanza offre poi uno sguardo sul mondo: grandi immagini luminose sulle pareti di fondo (sistema Dresswall) riproducono con un effetto estremamente realistico scene urbane emblematiche delle più importanti città internazionali, accuratamente selezionate, come finestre che si affacciano su tutto il globo, rafforzando così il carattere cosmopolita dell’ambiente e della sua clientela.

Lombardini22 Intermeuble Beirut Teatro ©David Hanna
Lombardini22 | Proposte per la convivialità | ©David Hanna

Un ambiente dal carattere spiccatamente internazionale, ma al cui interno tutto parla italiano: oltre ai prodotti di cui Intermeuble è storicamente un avamposto in Libano e Medio Oriente, tutti i pavimenti, le pareti, le luci, gli arredi sono di produzione italiana, il cui design trova nello Showroom una vetrina caleidoscopica.

Dalla materia alla parola

Il progetto ha richiesto la completa ristrutturazione dello spazio da parte di Lombardini22, anche con importanti lavori di demolizione e rinforzo strutturale in collaborazione con lo studio di ingegneria Nabil Hennaoui Consulting Engineers di Beirut.

Il progetto impiantistico è stato sviluppato dalla società Eak Signature (Ing. Elias Abou Khaled) di Beirut, mentre lo studio illuminotecnico di tutto lo showroom è a cura di Atmos, brand del gruppo Lombardini22.

Un processo complessivo in cui sono stati compresi anche gli aspetti comunicativi, interni ed esterni, del nuovo spazio. L’ingresso è stato rinnovato per marcare l’importanza della comunicazione su strada.

Il progetto di Phisical branding e della segnaletica interna è a cura di Fud, anch’esso brand del gruppo Lombardini22, che ha curato anche il naming e il logo del nuovo Showroom: Teatro.

Parte da una ricerca etimologica che, dal greco e dal latino, associa il termine teatro al significato guardare, essere spettatore. Da qui il progetto sviluppa un’idea di partecipazione allo spettacolo come interazione attiva e passiva allo stesso tempo, sia nello spazio fisico che nelle sue forme comuni.

Il cliente utilizza lo spazio come spettatore, osservando una struttura che simula la rappresentazione teatrale suddivisa in scene.

Ma anche come attore, che si muove e agisce all’interno dello spazio in prima persona. Il concept del nuovo Showroom Intermeuble è una vera e propria sintesi tra spazio fisico, fruizione e parola.

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