Pirelli 35: rigenerazione strutturale e architettonica nel cuore di Porta Nuova

L’edificio Pirelli 35 completato: vista da via Pirelli e piazza Einaudi

Pirelli 35 (P35) è uno dei simboli del centro direzionale della Milano degli anni ‘60, quan­do era sede Stipel, successivamente divenuta Telecom Italia e che ha occupato l’immobile fino al 2018.

Coima sgr ha promosso la riqualificazione dell’edificio, il cui progetto di restyling è stato ideato dagli studi di architettura Snøhetta e Park Associati, selezionati tramite un concorso internazionale di archi­tettura.

I due studi hanno lavorato congiuntamente ad una proposta progettuale fortemente focalizzata sui temi della sostenibilità ambientale e sociale.

P35 si inserisce infatti all’interno del progetto di rigenerazione urbana di Porta Nuova, primo quartiere al mondo dotato di doppia certificazione Leed e Well for Community per la sostenibilità ambientale e sociale.

Progetto 

L’edificio, progettato originariamente da Melchiorre Bega e ora completamente rinnovato, ha previsto la totale riqualificazione delle strutture del complesso per una superficie totale di circa 40.000 mq.

Il progetto di restyling ha trasformato l’edificio da elemento chiuso su sé stesso in uno spazio permeabile, caratterizzato da due elementi architettonici che si intrecciano e formano una piazza interna di circa 3.000 mq.

Il progetto, che ha puntato sul recupero delle strutture esistenti, ingrandite e ottimizzate, ha tratto ispirazione dalle particolari ti­pologie architettoniche milanesi.

Permeabile e accessi­bile al pubblico, il complesso è stato in grado di ridurre e connettere le architetture con il paesaggio urbano, creando un nuovo importante tassello nella crescita del business district di Porta Nuova.

Il progetto di Pirelli 35 ha previsto la realizzazione di due corpi di fabbrica: l’edifico esistente, che è stato completamente ristruttu­rato e ampliato, e il nuovo edificio (Bordoni Building), collegati da un ponte (Bridge Building).

Il giardino pensile
Il giardino pensile

Edificio esistente

L’edificio esistente, con forma in pianta ad E, è caratterizzato da un corpo lungo che si affaccia su piazza Ei­naudi e tre corpi ad esso perpendicolari che si estendono verso via Bordoni. L’edificio è suddiviso in sette corpi di fabbrica strutturalmente indipendenti fra loro per la presenza di giunti strutturali alle interfacce.

In origine i corpi di fabbrica, ad eccezione del corpo 4 caratterizzato da strutture in acciaio e di altezza pari a un solo piano fuori terra, presentavano nove piani fuori terra più il sottotetto, la copertura e due piani interrati. La coper­tura del corpo centrale è stata oggetto di un precedente intervento strutturale che ha previsto la realizzazione di un impalcato tecnico in carpenteria metallica e la creazione di nuovi appoggi interni con pilastri in prose­cuzione su quelli esistenti internamente all’ala costruita.

La struttura portante dei corpi principali, a travi e pilastri in cemento armato, è caratterizzata da pilastrate poste lungo il perimetro (costituite da elementi binati) e da due ordini di pilastrate di spina su cui poggiano le travi di impalcato, queste ultime disposte lungo la direzione longitudinale di ciascun corpo.

I solai dei piani fuori terra, realizzati in latero-cemento a travetti incrociati di spessore di 20 centimetri, sono caratterizzati da un’or­ditura lungo la direzione trasversale di ciascun corpo di fabbrica; le campate esterne di tali impalcati presentano invece una maglia ortogonale di travetti inclinata di 45° rispetto alla direzione delle travi.

Gli impalcati del piano interrato sono stati realizzati in cemento armato in getto pieno con orditura di travi ortogonale. Le strutture in elevazione dell’edificio sono completate dalla presenza di nuclei in cemento armato (vani scale e vani ascensori) con estensione cielo-terra variamente dislocati in pian­ta.

Le strutture di fondazione sono costituite da plinti isolati (a raccogliere uno o due pilastri) e da platee di fondazione disposte al di sotto dei nuclei in cemento armato; lungo tutto il perimetro è presente una ciabatta di fondazione che raccoglie i muri contro terra, la prima pilastrata perimetrale e i contrafforti di irrigidimento dell’intercapedine che corre lungo il confine del lotto esistente interrato.

Rapporto di cortina con l’edificio The Corner
Rapporto di cortina con l’edificio The Corner

Edificio a C e sopralzo

Dal primo al decimo piano dell’edificio a C, anche detto Bordoni Building, sono stati inseriti gli ambienti di lavoro, spazi eleganti e sobri, in linea con il linguaggio degli edifici circostanti. La demolizione del corpo di fabbrica presente in uno dei due cortili, un tempo adibito a mensa, ha permesso di liberare una grande quantità di superficie lorda che è stata traslata in copertura rea­lizzando un doppio sopralzo in sommità del fabbricato prospicente piazza Einaudi, via Pirelli e via Galimberti.

Il sopralzo, composto da due masse di diverso aggetto e matericità rispetto ai volumi esistenti, ha permesso di garantire gli allineamenti con l’intervento analogo realizzato in continuità col fabbricato. Il non piano, caratterizzato da una facciata vetrata, è stato pensato in modo da riprendere i volumi e le geometrie del piano terra attraverso l’utilizzo di ampie vetrate che hanno permesso la fruizione degli spazi verdi presenti sulle terrazze esterne.

Il decimo piano, quale coronamento dell’intero edificio, ha ripreso invece i materiali e linee del fronte esterno. Al fine di sottolineare ulteriormente la ricucitura di cortina è stata mantenuta la porzione a ponte soprastante via Galimberti.

L’edificio, caratte­rizzato da una pianta a C e alto circa 40 metri, è stato rivestito mantenendo la struttura esistente, a cui si sono state aggiunte generose aperture in vetro a tutta altezza per garantire l’illuminazione naturale degli ambienti. Il ritmo delle doppie colonne esistenti è stato mantenuto per fornire una facciata auto-ombreggiante più efficiente.

Edificio a L

Il nuovo volume sospeso sul cortile, di altezza comples­siva inferiore rispetto al corpo di fabbrica preesistente (circa 20 metri), è stato innestato in continuità su un podio di nuova realizzazione che ha permesso la ricu­citura tra la scala urbana di via Bordoni, caratterizzata da un tessuto urbano di quartiere, e quella di piazza Einaudi, contraddistinta da spazi aperti più ampi e vo­lumi imponenti.

All’edificio così generato, dalla forma a L, è stata affidata la funzione di transizione tra le due scale urbane, mitigandone il rapporto. L’arretramento del basamento ha permesso inoltre di generare uno spa­zio coperto perimetrale atto ad enfatizzare il carattere urbano del volume, oltre che proteggere l’ingresso e gli altri accessi senza l’utilizzo di ulteriori strutture aggiunte.

Individuazione dei corpi di fabbrica dell’edificio esistente
Individuazione dei corpi di fabbrica dell’edificio esistente

L’intervento ha previsto la costruzione di una porzione di struttura in cemento armato e di una sospesa in carpenteria metallica, a ponte tra i due corpi (Bridge Building). La facciata del Bordoni building è stata realizzata in armonia con le strutture circostanti ma a una scala più piccola rispetto all’edificio esistente.

A seconda dell’orientamento e dell’esposizione al sole, il progetto ha previsto diverse dimensioni delle aperture di facciata in modo da fornire luce naturale agli ambienti durante tutto l’arco della giornata.

Sostenibilità

La collaborazione fra Snøhetta e Park Associati ha rappresentato una partnership virtuosa scelta da Coima come risultato di un approccio metodologico volto a creare contaminazioni fra gli architetti italiani e internazionali più sensibili rispetto agli obiettivi di impatto ambientale.

L’immobile è stato totalmente rivisitato in ottica di mas­sima efficienza, sostenibilità e flessibilità, con un impatto ambientale minimizzato, evitando il dispendio di energia di una demolizione integrale e il consumo di maggiori materie prime per una completa ricostruzione. Il progetto ha previsto l’introduzione delle più efficaci pratiche in materia di edilizia sostenibile. In tutto l’edificio sono stati utilizzati materiali a bassa emissione energetica o materiali riciclati.

È stato inoltre installato un impianto fotovoltaico per l’alimentazione di una pompa di calore acqua-acqua per la generazione termica. Grazie a que­sti interventi e all’attenzione al risparmio energetico, la costruzione dell’edificio ha permesso di soddisfare gli standard Nearly Zero Energy Building, raggiungendo elevati obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale:

  • le certificazioni Leed Platinum, WiredScore Plati­num e Cradle-to-Cradle Supply Chain;
  • il raggiungimento di un livello di emissioni di CO2 allineato con gli obiettivi Eu 2050;
  • un recupero edilizio maggiore del 60% dell’edificio esistente e il conseguente contenimento delle emis­sioni di costruzione;
  • l’integrazione dell’impianto fotovoltaico per la co­pertura del fabbisogno annuale di energia maggiore del 10%;
  • la creazione di una nuova piazza interna di circa 3.000 mq e di spazi commerciali per la riattivazione dell’area;
  • l’insediamento di più di 4.000 lavoratori e l’attiva­zione di oltre 1.500 posti di lavoro/anno attraverso lo sviluppo progettuale e costruttivo.
L’intervento di sopralzo
L’intervento di sopralzo

Cantiere

I lavori di riqualificazione dell’edificio, iniziati nel 2021, sono stati conclusi nel luglio 2024. Coima sgr ha coor­dinato il progetto in qualità di asset manager, mentre Coima Rem ha svolto il ruolo di development & property manager per la gestione tecnica dello sviluppo urbano ed edilizio.

Lo studio legale che ha assistito Coima in tutti gli aspetti della locazione è stato A&O Shearman. Cushman & Wakefield e Dils hanno invece agito in qualità di advisor commerciali.

Il progetto di cantiere è partito dall’analisi delle delicate fasi di demolizione, fino all’ottimizzazione degli interventi di adeguamento sismico, a cui è mirata la grande mole di opere struttu­rali eseguite sull’edificio sull’esistente quali i sopralzi,  gli ampliamenti e il consolidamento verticale e quello orizzontale attraverso l’utilizzo di dispositivi dinamici (Shock Transmitter Units).

Struttura a telaio in cemento armato del Bordoni Building terminata
Struttura a telaio in cemento armato del Bordoni Building terminata

Interventi di rinforzo strutturale

Sulle strutture esistenti è stata operata una serie di interventi di rinforzo strutturale. Per l’adeguamento delle resistenze dei nuclei in cemento armato esistenti nei confronti delle azioni orizzontali (sisma, vento e va­riazioni termiche) sono state rinforzate le singole pareti mediante l’applicazione di un placcaggio in cemento ar­mato eseguito su entrambe le facce di ogni elemento, con l’introduzione di armature verticali e orizzontali.

Dalle analisi eseguite è stata verificata una sufficiente capacità di resistenza delle pilastrate di bordo esistenti ai nuovi carichi di progetto. Diversamente le pilastrate di spina hanno mostrato tassi di sfruttamento non compatibili a livello di portata assiale. Sono stati così progettati degli interventi di rinforzo mediante un aumento di sezione con incamiciature armate.

Realizzazione del solaio post-teso al nono piano del Bordoni Building
Realizzazione del solaio post-teso al nono piano del Bordoni Building

Per garantire un adeguato comportamento a piano rigido per la ridistribuzione delle forze orizzontali di piano, è stata realizzata di una cappa aggiuntiva estradossale di irrigidimento degli impalcati in latero-cemento, tradotta in uno strato integrativo in calcestruzzo alleggerito armato con rete elettrosaldata, in grado di assorbire le azioni di trazione e compressione, gestendo le connessioni alle pilastrate ed ai controventi nuovi ed esistenti con ancoraggi chimici e fiorettature estradossali sulle travi di bordo.

L’irrigidimento, oppor­tunamente armato, è stato anche utilizzato per il consoli­damento dei solai in latero-cemento esistenti laddove sono stati riscontrati necessari degli adeguamenti di portata ai nuovi carichi di progetto.

Sopralzo

Il piano di calpestio del primo livello in sopralzo è stato impostato alla quota dell’attuale impalcato di sottotetto, di cui pertanto è stata prevista la demolizione assieme alle relative strutture di copertura costituite da capria­te reticolari in cemento armato con luce pari all’intera dimensione trasversale del singolo corpo di fabbrica.

L’impalcato del primo livello di sopralzo è stato realizzato con una piastra in cemento armato di tipo alleggerito con elementi casseri modulari a perdere di materiale plastico (tipo U-Boot) avente uno spessore di 38 centimetri e poggiante sulle sottostanti strutture esistenti anch’esse in cemento armato.

A tale impalcato è stata demandata la funzione di trasfe­rimento dei carichi provenienti dalle strutture verticali del sopralzo a quelle sottostanti laddove le strutture verticali del sopralzo non hanno trovato continuità. Il secondo impalcato del sopralzo e la copertura, invece, sono stati realizzati con solai aventi spessore rispettivamente di 36 e 32 centimetri.

Alle colonne, realizzate in sezione composta acciaio-calcestruzzo con camicia esterna in tubolare in acciaio, è stata affidata la sola funzione di trasferimento dei carichi verticali; ai nuclei in cemento armato dell’edificio, prolungati fino alla copertura, è stata affidata invece la funzione di resistenza alle azioni orizzontali.

Bordoni Building

Il progetto architettonico ha previsto la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica dislocato in pianta nella zona di lotto attualmente occupata dal parcheggio lungo via Bordoni, avente sei livelli fuori terra e un livello semin­terrato. L’edificio, interamente di nuova realizzazione, è stato strutturalmente connesso alle restanti porzioni dell’edificio esistente nonché al Bridge Building, for­mando il cosiddetto L-Building.

La struttura del Bordoni Building è stata realizzata interamente in cemento armato con strutture di elevazione costituite da pilastri dislocati lungo il perimetro e da una spina centrale che si sviluppa seguendo la direzione longitudinale dell’edificio lungo i due nuclei in cemento armato posti alle due estremità opposte dell’edificio. Per la realizzazione degli impalcati sono stati utilizzati dei solai in cemento armato in getto pieno, post-teso, di spessore 24 centimetri.

Bridge Building

Il progetto architettonico ha previsto la demolizione del corpo 3 (con il mantenimento dei livelli interrati), costi­tuito da nove livelli fuori terra e una rimodulazione della geometria del nuovo L-Building che ha contemplato la riduzione del numero di piani e la contestuale elimina­zione dei primi due livelli fuori terra andando a creare una piazza nella corte interna.

In questo modo l’edificio risultante ha assunto la configurazione di un ponte di collegamento dell’edificio di piazza Einaudi e il Bordoni building. Per la realizzazione del Bridge building, viste le luci in gioco, è stata utilizzata una struttura in carpenteria metallica poggiante su pile verticali in cemento armato dotate di dispositivi di appoggio appositamente predispo­ste nel layout di elevazione delle strutture del corpo 1 e del Bordoni building.

La struttura portante della singola campata è stata realizzata con due travi reticolari in acciaio ricavate in facciata sul totale sviluppo verticale, con luce di circa 32 metri (distanza netta interna fra l’edificio su piazza Einaudi e il Bordoni Building) disposte in cor­rispondenza degli allineamenti esterni; trasversalmente sono stati previsti dei telai continui, in corrispondenza dei nodi di base e di sommità della travatura reticolare, aventi traverso superiore e inferiore realizzati con profili per composizione saldata in acciaio ad altezza variabile e colonne costituite da profili a croce saldati che fungono da elementi di appoggio indiretto delle orditure secon­darie di impalcato.

Internamente sono state previste delle colonne di appoggio e di appensione a seconda dei livelli per le strutture secondarie di impalcato, costituiti da profili tubolari che collegano i due traversi dei telai e su cui sono poggiate anche le travi secondarie; tali elementi sono stati allineati ai lati del corridoio architettonico dando agio alla funzionalità distributiva del piano. Gli impalcati sono stati realizzati in lamiera grecata con getto di completamento in cemento armato impostati sulle orditure secondarie di impalcato.

Montaggio dello scheletro in ferro del Bridge Building e realizzazione degli innesti in carpenteria metallica al Bordoni Building
Montaggio dello scheletro in ferro del Bridge Building e realizzazione degli innesti in carpenteria metallica al Bordoni Building

Nuclei in cemento armato

In base alle nuove distribuzioni architettoniche è stata prevista la realizzazione di alcuni nuovi nuclei in cemento armato interni all’edificio per il posizionamento delle scale e degli ascensori, oltre ad una necessaria riconfigurazione della geometria di alcuni vani ascensore esistenti per mo­tivi di distribuzione sia impiantistica che architettonica.

Montaggio dello scheletro in ferro del Bridge Building e realizzazione degli innesti in carpenteria metallica al Bordoni Building
Montaggio dello scheletro in ferro del Bridge Building e realizzazione degli innesti in carpenteria metallica al Bordoni Building

Giunti fra corpi adiacenti

In origine i corpi di fabbrica risultavano strutturalmente indipendenti stante la presenza di giunti. Al fine di otti­mizzare la ripartizione delle azioni orizzontali sui nuclei di controvento sono state studiate le risposte dell’edificio sotto le azioni di tipo orizzontali. Nei confronti dell’azio­ne sismica (di tipo impulsivo) è risultata necessaria la solu­zione che ha previsto una richiusura dei giunti formando un anello “sismico” tra i corpi di fabbrica all’interno di un unico diaframma rigido. Da questo sono state dira­mate le due appendici verso via Pirelli e l’angolo piazza Einaudi/via Galimberti.

Per quanto riguarda le azioni da vento e le variazioni termiche, la soluzione studiata ha previsto la chiusura meccanica del giunto fra i corpi 1 e 2 ed il mantenimento del layout a giunti aperti lungo le interfacce fra gli altri corpi di fabbrica, riconfermando una maglia di corpi strutturalmente indipendente.

Per coniugare le due differenti esigenze di comportamento per la risposta nei confronti delle azioni statiche da vento e variazioni termiche rispetto a quella sismica (che richiede una condizione di giunti chiusi in tutte le posizioni), sono stati utilizzati degli elementi di tipo shock-transmitters applicati in corrispondenza dei giunti con comportamento a “giunto aperto” (per assecondare le azioni statiche) e a “giunto chiuso” (per contrastare le azioni di tipo sismi­co). Tali elementi sono stati applicati dal quarto piano fuori terra fino alla copertura.

Per ogni giunto, sono stati collocati due dispositivi ad azione longitudinale (perpendicolarmente al giunto) in corrispondenza delle travi di bordo dell’impalcato. Per l’assorbimento delle azioni taglianti (parallele al giunto) sono stati invece utilizzati dei connettori a taglio di tipo fisso (tipo Staifix), con possibilità di spostamento bidirezionale.

Courtyard

Il progetto architettonico ha previsto la costruzione di due corti interne, poste in corrispondenza dei corpi 3 e 4 e allo spiazzo fra i corpi 3 e 5, per le quali è stato necessario da demolizione degli impalcati fuori terra e il rinforzo strutturale di quelli posti nei piani interrati al fine di sostenere le nuove strutture in falso.

Le piazze sono state realizzate con una soletta piena in cemento armato avente uno spessore 40 centimetri poggiante su una fondazione realizzata nella parte interrata del terrapieno esistente.

Facciate  

L’involucro è stato trattato in maniera differente nei due edifici, contribuendo alla riduzione dei consumi energetici complessivi. La distinzione tra i due volumi è stata volu­tamente marcata attraverso un disegno di facciata diverso e l’utilizzo di materiali di differenti.

L’edificio esistente è stato rivestito da un sistema di facciata continua vetrata. Nella parte di involucro opaca, caratterizzata da una finitura di tipo materico che simula l’effetto dell’ottone e del calcestruzzo rinforzato con fibre di vetro, sono stati racchiusi i vani tecnici verticali.

L’edificio Pirelli 35 completato: vista da via Pirelli e piazza Einaudi
L’edificio Pirelli 35 completato: vista da via Pirelli e piazza Einaudi

Aree di visione planari sono state alternate ad oggetti materici opachi che spor­gono verso l’esterno creando una geometria complessa. A questa porzione di involucro è stata demandata una duplice funzione: incorporare i montanti per l’aria pri­maria tra le colonne binate e controllare l’apporto solare.

I cavedi esterni e i bancali orizzontali sono stati rivestiti con dei moduli in alluminio aventi una finitura cromatica e materica al grezzo con una colorazione neutra. A questi è stato accostato l’alluminio con finitura effetto ottone inserito nelle porzioni verticali rientranti in modo da ridurne la rigidità plastica e l’eccessiva ripetitività formale.

Al fine di enfatizzare il rapporto di tale fronte con la scala urbana di ampio respiro della zona fronti stante l’edificio, il marcapiano è stato binato in modo da creare degli ampi moduli di due piani. Il bancale tra i due piani unificati è stato rivestito in vetro retro-verniciato in continuità con la specchiatura trasparente in modo da permettere la lettura della porzione vetrata come un’unica superficie.

Sono stati utilizzati dei vetri tripartiti in modo da permettere la suddivisione degli spazi interni. Per il rivestimento della facciata verso la via principale Pirelli sono stati previsti dei  moduli tipici dell’edificio esistente, aventi una dimensione di 2.200×3.350 millimetri; per la facciata verso il cortile interno, invece, sono stati utilizzati dei moduli con una dimensione inferiore pari a 1.100×3.350 millimetri.

La facciata del Bordoni Building, avente una geometria sporgente e con forme variabili, è stata progettata pre­vedendo delle vetrate alternate a porzioni di involucro opache realizzate con pannelli in alluminio preverni­ciato che simulano l’effetto del mattone in termini di texture, colore ed effetto polveroso tridimensionale.

Lo stesso trattamento è stato fatto proseguire sulla porzio­ne a ponte, incluso il suo intradosso. La facciata è stata realizzata con montanti e traversi in alluminio di colore nero, aventi una larghezza pari al modulo di facciata.

Sulla facciata, di tipo strutturale con giunto in silicone, sono stati montati dei vetri con vetrocamera extrachiaro, di tipo selettivo, aventi una trasmittanza termica di 1,2 W/ mqK e un fattore solare pari al 23%. Per i punti vendita, la lobby al piano terra e la porzione di facciata al nono piano sono state utilizzate delle facciate a forma di bolla con un sistema a bastoncini altamente vetrate, telai in alluminio e unità a triplo e doppio vetro (a seconda del tipo di vendita al dettaglio).

Infine, la parte di facciata collocata nel seminterrato è stata contraddistinta da vetra­te non planari, con gli angoli di facciata variabili su tutto l’involucro dell’edificio. La porzione di fabbricato a ponte che si sviluppa su via Galimberti presenta un modulo di facciata caratterizzato da una maggiore trasparenza grazie alla struttura esistente senza pilastro binato di facciata. Il lato interno dell’edificio esistente opera da transizione tra la scala monumentale del marcapiano binato presente sul lato esterno e la scala urbana del nuovo edificio a L.

Pavimentazioni sopraelevate

Trattandosi di un complesso intelligente certificato Wi­redScore, quindi ad elevata automazione e connettività, la progettazione impiantistica è stata una componente fondamentale nel permettere una configurazione per­formante, ma anche modulabile alle necessità prossime dell’edificio.

L’impiego del pavimento sopraelevato ha permesso la realizzazione dell’infrastruttura necessaria, facilitando una futura implementazione o modifica. La predisposizione degli impianti, infatti, è stata collocata nel plenum sottostante avente varie altezze.

Nello specifico, le soluzioni Nesite sono consistite nella fornitura e nell’in­stallazione di oltre 27.000 mq di pavimento sopraelevato di tipo ispezionabile, composto da pannelli in solfato di calcio certificati Epd, in linea dunque con i parametri ambientali richiesti, abbinati ad una struttura con traversi dotata di pad acustici per l’incremento del comfort. Il sistema, infine, è stato completato con l’applicazione di varie tipologie di finiture autoposanti.

Impianti meccanici

Il dimensionamento dell’impianto di climatizzazio­ne è stato effettuato tramite modellazione dinamica utilizzando il software Virtual Environment della Ies, comprendendo unità di trattamento aria per il rinnovo dell’aria primaria e unità idroniche interne.

L’impianto, comune a tutte le aree dell’edificio, è stato alimentato da una centrale termofrigorifera del tipo acqua-acqua, con pompe di calore polivalenti per la produzione contemporanea di fluidi caldi e freddi e un gruppo frigorifero acqua-acqua ad integrazione del ca­rico frigorifero richiesto.

Tutte le unità termofrigorifere sono state alimentate, lato sorgente, da un anello di condensazione/evaporazione a temperatura controllata a portata variabile.

Installazione dei pannelli fotovoltaici sulle coperture
Installazione dei pannelli fotovoltaici sulle coperture

Per lo sfruttamento dell’acqua pro­veniente dal sottosuolo è stata prevista la realizzazione di un campo pozzi di presa dotati di pompa sommersa, mentre la resa è stata prevalentemente convogliata nel canale Martesana in vicinanza dell’edificio o, in alternativa, nei pozzi di resa previsti.

Sono inoltre state installate delle distribuzioni idroniche a quattro tubi per garantire la possibilità, nelle mezze stagioni, di raffrescare e riscaldare contemporaneamente aree diverse dell’edificio. Tale impianto è stato dotato di un sistema di free cooling diretto dall’acqua di falda per il controllo della temperatura di mandata del circuito refrigerato alle travi fredde.

In particolare, per la clima­tizzazione dei vari ambienti sono state impiegate due tipologie di unità idroniche: delle travi fredde attive alimentate da un circuito raffreddato direttamente dalla falda (free cooling) e dai gruppi frigoriferi di centrale; delle unità fan coil alimentate con quattro tubi di varia tipologia (incasso, quattro vie, incasso in pavimento).

Le unità di trattamento dell’aria primaria sono state provviste inoltre di un recuperatore di calore statico, di un umidificatore e di batterie di trattamento. La produzione dei fluidi termovettori per l’acqua calda sanitaria è stata affidata a delle pompe di calore in grado di produrre acqua tecnica ad una temperatura superiore a 65°C.

di Valentina Puglisi, Dipartimento Abc, Politecnico di Milano

Andrea Maraschin | General Manager dell’Impresa Carron
Andrea Maraschin | General Manager dell’Impresa Carron

Andrea Maraschin | General Manager dell’Impresa Carron

L’intervento, durato 820 giorni con una media giornaliera di 210 persone e picchi di 330, è stato estremamente complesso. Le attività hanno incluso demolizione, ristrutturazione e ricostruzione, il tutto in spazi di cantiere limitati rispetto ai volumi mensili previsti, richiedendo anche turni notturni.

Particolarmente impegnativa è stata la gestione dei 26.000 mq di facciate, caratterizzate da finiture e geometrie complesse e diverse per ogni prospetto. Queste specificità hanno richiesto un’attenzione meticolosa ai dettagli e un coordinamento costante per garantire che tutte le operazioni si svolgessero senza intoppi, rispettando le tempistiche e mantenendo alti standard di qualità.

Michele Rossi | Partner e co-fondatore di Park Associati
Michele Rossi | Partner e co-fondatore di Park Associati

Michele Rossi | Partner e co-fondatore di Park Associati

Il progetto ha integrato architettura, paesaggio e progettazione urbana per creare un edificio accessibile al pubblico e con un impatto ambientale significativamente ridotto. Attraverso interventi mirati, il progetto di ricucitura urbana ha valorizzato le qualità estetiche e strutturali dell’edificio esistente, recuperandolo parzialmente e ampliandolo con un nuovo volume di cinque piani e un edificio a ponte che li connette. La nuova conformazione volumetrica ha permesso di creare una corte aperta al pubblico al fine di favorire l’identità di un quartiere tra i più attrattivi della città.

Ruggero Poma | Director Development Management Coima Rem
Ruggero Poma | Director Development Management Coima Rem

Ruggero Poma | Director Development Management Coima Rem

La sapiente riqualificazione dei 40.000 mq della ex sede Telecom Italia ad opera degli architetti di Snøhetta e Park Associati ha consentito la riconnessione dell’area con il tessuto urbano circostante, mediante lo sviluppo di spazi esterni totalmente permeabili che collegano la Biblioteca degli Alberi all’asse di via Pirelli verso la Stazione Centrale, nonché la transizione e la ricucitura di due diverse scale urbane mediante l’incastro di due volumi realizzati con un linguaggio architettonico diverso, ma ben coordinato. Il progetto ha costituito un importante tassello dell’ambizioso progetto di rigenerazione urbana del quartiere di Porta Nuova.

Kjetil Trædal Thorsen | Partner e fondatore Snøhetta

L’edificio Pirelli 35 è stato consapevolmente riprogettato con un’attenzione particolare alle ambizioni sociali e ambientali del progetto. Elementi e soluzioni previsti dal progetto si supportano per raggiungere questo obiettivo.

La scheda

Committente: Coima sgr – Fondo Coima Opportunity Fund II
Progetto architettonico: Snøhetta + Park Associati
Progetto esecutivo: Mpartner srl
Progetto impianti elettrici, meccanici e illuminotecnico: Esa Engineering srl
Progetto strutture: Ceas srl
Progetto prevenzione antincendio: Gae Engineering srl
Progetto paesaggistico: Snøhetta
Direttore lavori generale: arch. Claude Van Steenwinkel – Starching srl
Direttore lavori impianti elettrici e speciali: ing. Simone Colombo – Starching srl
Direttore lavori impianti meccanici: ing. Luca Arrigoni – Starching srl
Direttore lavori strutture: ing. Mauro Eugenio Giuliani – Redesco Progetti srl
Collaudatore strutture: ing. Stefano Enea Claudio Calzolari – Scl Ingegneria Strutturale
Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione: arch. Patrizia Ganzi – Gae Engineering srl
Coordinatore per la Sicurezza in fase di esecuzione: ing. Giuseppe Amaro – Gae Engineering srl
Responsabile lavori: ing. Giuseppe Amaro – Gae Engineering srl
Coordinatore Leed: Esa Engineering srl
Asset manager: Coima
Development e property manager: Coima rem
Impresa appaltatrice generale: Carron spa
General manager: arch. Andrea Maraschi – Carron spa
Project manager: geom. Alberto Agnoli – Carron spa
Direttore tecnico di cantiere: ing. Stefano Riva – Carron spa
Coordinatore tecnico di cantiere: per. ind. ed. Marco Lorenzi – Carron spa

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.