Epbd IV esclusa dalla legge di delegazione europea 2025: preoccupazioni e rischi per la transizione energetica

Il mancato recepimento della direttiva Ue sulla prestazione energetica degli edifici solleva allarme tra le associazioni del tavolo interassociativo “Un patrimonio da salvare".

Nel presentare la legge di delegazione europea 2025, il Governo ha dichiarato di voler valorizzare innovazione, sicurezza e competitività. Tuttavia, il testo approvato non rispecchia queste ambizioni e delude profondamente le aspettative.

Alla luce del quadro attuale, non è più sostenibile attribuire i ritardi ad aspetti meramente tecnici.

L’esclusione della direttiva Epbd IV (2024/1275/Ue), relativa alla prestazione energetica degli edifici, rappresenta una scelta politica precisa.

Una scelta che marginalizza la transizione energetica del patrimonio edilizio nazionale e rinvia sine die l’attuazione di misure europee già condivise e sottoscritte dall’Italia.

Questa omissione non solo indebolisce la credibilità del Paese in sede comunitaria, ma rischia di compromettere seriamente gli obiettivi di sostenibilità e indipendenza energetica.

È necessario un intervento tempestivo che ribadisca l’impegno dell’Italia verso una strategia industriale ed economica coerente con gli obiettivi ambientali dell’Unione Europea.

Le associazioni che aderiscono al tavolo interassociativo Un patrimonio da salvare esprimono sconcerto e forte preoccupazione per l’assenza, nel disegno di legge di Delegazione europea 2025 approvato dal Consiglio dei ministri del 22 luglio 2025, di un esplicito riferimento al recepimento della direttiva 2024/1275/Ue (Epbd IV) sulla prestazione energetica degli edifici.

Una direttiva da recepire

L’Italia è tenuta giuridicamente a recepire la direttiva entro maggio 2026. A oggi, tuttavia, non risultano ancora avviate iniziative normative o programmatiche, pur trattandosi di un’opportunità strategica per una politica industriale ed economica coerente con gli obiettivi energetici e ambientali del Paese.

L’omissione, in un passaggio legislativo rilevante, rischia di trasmettere un segnale di scarsa attenzione a un tema cruciale per lo sviluppo sostenibile.

Questa situazione appare in evidente contrasto con gli impegni formalmente assunti dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nell’atto di indirizzo politico 2024–2026, che prevede esplicitamente il recepimento della direttiva e la predisposizione dei relativi atti e strumenti nei tempi stabiliti.

Tale mancanza d’indirizzo s’inserisce in un contesto già segnato da evidenti difficoltà: le attività di riqualificazione energetica risultano in forte rallentamento e i volumi di intervento appaiono ormai insignificanti rispetto agli obiettivi europei e nazionali.

Timori di ricadute negative

Le ricadute negative sul sistema economico e sociale sono significative, interessando una filiera che contribuisce in modo rilevante al Pil, all’occupazione e all’innovazione del comparto edilizio.

In assenza di un intervento tempestivo, si profilano rischi concreti:

  • Un ulteriore indebolimento del comparto della riqualificazione energetica, con una drastica contrazione degli interventi.
  • Il protrarsi della condizione di povertà energetica per milioni di famiglie, senza una strategia strutturata di contrasto, mentre i costi energetici continuano a essere insostenibili.
  • La dispersione delle competenze professionali e del patrimonio di specializzazione, costruito in anni di formazione e innovazione, con la progressiva dismissione delle strutture organizzative e produttive.
  • La compromissione degli obiettivi di sicurezza e autonomia energetica nazionale.
  • Il possibile avvio di nuove procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea che si sommerebbero alle numerose già pendenti in materia ambientale, con conseguenti impatti sulla credibilità della Nazione in ambito comunitario.

L’appello delle associazioni

Per queste ragioni, il tavolo interassociativo ha rivolto un appello urgente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e i ministri Calderone, Foti, Giorgetti, Pichetto Fratin, Salvini e Urso affinché:

  • sia assicurato, in tempi rapidi, l’inserimento della direttiva Epbd IV nella legge di Delegazione europea;
  • venga definito un calendario operativo chiaro, in grado di garantire il pieno recepimento della direttiva entro maggio 2026.

Un intervento tempestivo rappresenterebbe un atto di responsabilità, a tutela delle famiglie, del sistema produttivo nazionale e della credibilità degli impegni assunti in sede europea. Ulteriori rinvii comprometterebbero la possibilità di attuare politiche efficaci, con conseguenze rilevanti sul piano economico, sociale e ambientale.

Il tavolo interassociativo rinnova la propria disponibilità al confronto con le istituzioni, in uno spirito di collaborazione costruttiva, per affiancarle nella definizione di strumenti concreti e coerenti con gli obiettivi europei e con le esigenze del Paese.

Gli aderenti al tavolo

Le associazioni che aderiscono al tavolo interassociativo Un patrimonio da salvare:

  • Aem – Associazione Energy Managers
  • AiCarr
  • Aipe
  • Altroconsumo
  • Anaci Milano
  • Anfit
  • Aning – Associazione Nazionale Ingegneri
  • Anit
  • Anpe – Associazione Poliuretano Espanso rigido
  • Arse
  • Assocond CoNaFi
  • Assovernici
  • Gruppo pitture e vernici Federchimica-Avisa
  • Consiglio Nazionale degli Ingegneri
  • Cortexa– Eccellenza nel Sistema a Cappotto
  • Energiesprong Italia
  • Federcomated
  • Federazione Filiera Legno
  • Fivra
    Isi Ingegneria Sismica Italiana
  • Legambiente
  • Kyoto Club
  • Rete Professioni Tecniche
  • Renovate Italy
  • Rete Irene
  • Sba -Smart Buildings Alliance for Smart Cities Ets.

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