Dall’assemblea Ance un appello forte: superare l’emergenza e costruire una strategia nazionale per città, casa, clima e innovazione

Governance integrata e pianificazione strutturale per la trasformazione urbana Rigenerazione edilizia, infrastrutture climatiche, housing sociale e transizione digitale: le direttrici strategiche delineate da Federica Brancaccio per un nuovo modello di sviluppo.

Il tempo giusto per costruire il futuro. Nel cuore di Roma, nell’auditorium di via della Conciliazione, si è tenuta ieri l’assemblea annuale dell’Ance, un appuntamento che quest’anno ha assunto un significato particolarmente simbolico. A fare da filo conduttore, non a caso, lo slogan “Il tempo giusto”: un richiamo potente alla responsabilità collettiva di affrontare con coraggio le trasformazioni del nostro Paese.

La presidente Federica Brancaccio ha tracciato un quadro ampio e ambizioso, toccando i temi più urgenti per lo sviluppo urbano e sociale: rigenerazione urbana, riqualificazione energetica, piano casa e Pnrr. A prendere la parola, in un parterre istituzionale d’eccezione, esponenti del governo, dell’Unione Europea, delle amministrazioni locali e del mondo imprenditoriale.

Un’assemblea che non si è limitata a fotografare l’esistente, ma ha voluto spingere lo sguardo in avanti, invocando un cambio di paradigma: non più misure emergenziali, ma politiche strutturali capaci di ridare prospettiva e fiducia al settore delle costruzioni e, più in generale, al futuro delle nostre città.

Federica Brancaccio: “Il tempo giusto è adesso”

Con parole intense e visione lucida, la presidente di Ance Federica Brancaccio ha aperto l’assemblea annuale richiamando tutti a un’assunzione collettiva di responsabilità: gestire il tempo in modo consapevole, senza più subirlo. Il suo discorso ha ruotato attorno al dualismo greco tra kronos, il tempo tiranno che incalza, e kairòs, il tempo dell’opportunità e dell’azione.

Brancaccio ha messo al centro i giovani, la generazione spesso ignorata nelle scelte politiche. Il quadro è preoccupante: un’Italia che invecchia, che fatica a garantire un futuro ai propri ragazzi, e da cui fuggono sempre più eccellenze. “Non esiste un destino ineluttabile, solo una storia da scrivere”, ha detto, esortando a non lasciarsi paralizzare dalla paura.

Ha poi evidenziato il grande potenziale del Pnrr e il valore dell’approccio strategico europeo, pur ammettendo le difficoltà nel raggiungere gli obiettivi. Il tempo è ancora una volta il nodo: servono visione di lungo periodo, strumenti flessibili e governance integrata. Sui temi della rigenerazione urbana, ha lanciato un appello: dopo 76 tentativi falliti, è giunta l’ora di approvare una legge adeguata ai tempi.

Nel contesto internazionale segnato da guerre e crisi umanitarie, Brancaccio ha ricordato il ruolo essenziale dell’Europa e ha condannato l’indifferenza crescente. Il suo messaggio finale è stato chiaro: basta misure temporanee e logiche emergenziali; è tempo di investire con coraggio in scelte strutturali, durature, e inclusive.

Quattro sfide per il futuro: città, clima, casa e innovazione

Nella seconda parte del suo intervento, la presidente dell’Ance Federica Brancaccio ha delineato quattro direttrici fondamentali per affrontare le sfide del presente e costruire un futuro più giusto e sostenibile: rigenerazione urbana, infrastrutture per l’adattamento climatico, rivoluzione digitale e dignità del lavoro con formazione.

In particolare, Brancaccio ha ribadito con forza l’urgenza di una strategia nazionale per le città, criticando la frammentazione delle competenze che ostacola la rigenerazione urbana e l’accesso alla casa. Il problema abitativo, ha sottolineato, è diventato un’emergenza sociale: “Trovare casa è più difficile che trovare lavoro”.

Sotto il profilo ambientale, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un piano organico per l’adattamento ai cambiamenti climatici, con investimenti mirati sulla gestione dell’acqua e la resilienza territoriale. L’Italia, ha detto, “non può più permettersi di navigare a vista” mentre le città soffrono l’alternanza tra alluvioni e desertificazione.

Il discorso ha toccato anche il grande potenziale della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale nel settore edilizio: dai bandi di gara alla sicurezza nei cantieri, l’innovazione può generare efficienza e maggiore qualità, ma serve una strategia condivisa tra imprese e pubblica amministrazione.

Infine, ha espresso orgoglio per un settore, quello delle costruzioni, che si distingue per la sua capacità di inclusione e collaborazione tra tutte le parti sociali. Ma ha anche lanciato un monito contro logiche improvvisate e scorciatoie che mettono a rischio questo equilibrio.

Il messaggio è chiaro: per affrontare il futuro, serve una regia nazionale, visione industriale e il coraggio di cambiare paradigma.

L’intervento del ministro Matteo Salvini

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha partecipato all’assemblea annuale di Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili e nel suo intervento ha sottolineato le principali linee di intervento del Mit, a presidio dei temi di interesse dell’associazione, a partire dal Codice degli appalti e dalla bozza di revisione del Testo Unico sull’edilizia.

Ha inoltre ribadito l’importanza del settore per la crescita del Paese e confermato il supporto del Governo, anche attraverso i fondi destinati alla rigenerazione urbana nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Il ministro, in particolare, ha evidenziato i 204,6 miliardi di euro di investimenti in corso destinati ai settori ferroviario, stradale e idrico, oltre che per il trasporto pubblico locale, il Piano Casa e gli interventi per le Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026, volti a rafforzare la competitività del sistema Italia.

Per le Ferrovie – ha dichiarato – ci sono investimenti per 81 miliardi, i cantieri attivi sono 1.200, di cui 700 per nuove opere e 500 di manutenzione programmata.

Per le strade la spesa è di 37 miliardi per nuove opere e 4,7 miliardi di manutenzione. I cantieri attivi sono 1.313 di manutenzione e 103 di nuove opere.

“Ho chiesto di ridurre al minimo i cantieri per diminuire il disagio sulla rete Anas”. “Per la prima volta – ha concluso il ministro – abbiamo messo in piedi un piano nazionale per la gestione del tema acqua. Sono previsti 12 miliardi di investimenti per 418 progetti, di cui 122 per acquedotti, 137 per opere di adduzione, 66 invasi e 93 derivazioni. Abbiamo già finanziato 950 milioni per le prime 62 opere su tutto il territorio nazionale“.

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