Il mondo dell’edilizia è indietro sul digitale

Nel 2020 la maggioranza delle aziende ha indirizzato importanti fette di budget all’adozione e implementazione di nuovi strumenti digitali. Ma così non è per il settore dell’edilizia e costruzioni: solo il 16% ha destinato più del 10% del proprio budget, contro il 40% del totale.

È il risultato di un’indagine condotta sui propri clienti italiani da Qonto, servizio finanziario 100% digitale che si rivolge esclusivamente a imprese e professionisti, che traccia un quadro attuale del tasso di digitalizzazione tra le pmi italiane e che rivela più di una peculiarità.

I motivi alla base di questi investimenti ridotti rispetto alla media, sempre secondo Qonto, risiedono nella mancanza di risorse economiche (61%), ma anche nella consapevolezza di non avere al proprio interno competenze tali da guidare e spingere la trasformazione tecnologica (20%). Ma le imprese del settore non sembrano perdersi d’animo e, per l’anno in corso, la percentuale di esse che prevede investimenti in strumenti digitali superiori al 10% del proprio budget è, seppur di poco, in crescita (19%). Così come, interrogate in termini più generali sul loro sviluppo digitale per il 2021, il 69% delle imprese edili prevede una accelerata rispetto all’anno precedente, e solo l’8% lo esclude totalmente. Anche perchè il 60% del campione dichiara che l’utilizzo dei servizi digitali per la propria attività è importante, tanto che questi vengono sempre preferiti e molto impiegati da, rispettivamente, il 22% e il 38% del campione.

D’altra parte, i rispondenti sembrano avere ben chiari i possibili impatti di una mancata – o poco accelerata – digitalizzazione: perdita di competitività (32%) e di ricavi (19%), maggiori costi di gestione e operativi (24%). Preoccupazioni in linea con i risultati dell’indagine complessiva. La digital perception delle imprese edili Se ci spostiamo invece a guardare la valutazione che le imprese del settore edile fa del proprio digital status, notiamo una equa distribuzione tra coloro che si dichiarano molto digitalizzati e per nulla o poco digitalizzati rispetto al settore di appartenenza: in entrambi i casi, la percentuale è del 33%. Dichiarazioni che ovviamente hanno un riflesso sulla considerazione che gli intervistati hanno del proprio settore di appartenenza, giudicato ‘per nulla’ o ben ‘poco digitalizzato’ dal 40% del campione. Andando più a fondo in questa analisi, scopriamo che sono soprattutto le imprese edili più mature (oltre dieci anni di attività) che hanno adottato negli ultimi 12 mesi nuovi servizi digitali (circa il 40%) rispetto alle imprese più giovani (il 34%). Tra i servizi che più di altri sono stati implementati nel corso del 2020, troviamo quelli finanziari (69%), di videoconferenza (39%), di contabilità (36%) e gestionali (32%). In particolare, il 76% delle imprese edili ha dichiarato che negli ultimi 12 mesi ha modificato il proprio approccio alla sua gestione finanziaria, ricorrendo di più a pagamenti online (34%), preferendo la carta rispetto al contante (32%) e optando (40%) per l’apertura di conti business online per far fronte alle necessità dettate dalla pandemia.

Guardando al futuro “Abbiamo visto come nel 2021 le imprese edili prevedono una accelerazione nel percorso di trasformazione digitale” commenta Mariano Spalletti, Country Manager di Qonto Italia. “Abbiamo già notato un forte interesse in Qonto da parte di tantissime imprese operanti nel settore edile, e conosciamo bene le loro esigenze. Quello che vogliamo fare è essere al loro fianco per supportarle nella adozione degli strumenti più adatti a renderle più competitive sul mercato, e per aiutarle a sfruttare appieno i vantaggi del digitale, come la semplificazione e il risparmio di tempo, in particolare nella gestione dei pagamenti quotidiani”. Nell’anno in corso, il settore edile punta a introdurre nuovi servizi digitali in ambito contabilità (19%) e gestione finanziaria (20%), e servizi di marketing e pubblicità online, presi poco in considerazione lo scorso anno, segno forse che la voglia di farsi conoscere ed emergere comincia a diventare importante (16%).

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